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Europee, la mappa del voto in Italia: Fratelli d’Italia prima forza nel 72,2% dei comuni. 2019-2024, tre geografie diverse in tre elezioni

Europee, la mappa del voto in Italia: Fratelli d’Italia prima forza nel 72,2% dei comuni. 2019-2024, tre geografie diverse in tre elezioni
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13 Giu 2024

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Attualità, Topic Monitoring

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Analisi di INTWIG sul voto dell’8-9 giugno: il partito di Giorgia Meloni domina al Nord, il Pd s’impone tra capoluoghi, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia, boom di Forza Italia in Sicilia. Il crollo della Lega: nel 2019 era il primo partito in 5.947 comuni, ora solo in 218

Il voto dell’8 e del 9 giugno 2024 conferma l’elevata volatilità tra un’elezione europea e l’altra: gli ultimi tre appuntamenti per il rinnovo del Parlamento hanno infatti consegnato tre fotografie completamente diverse dell’Italia.
Dopo gli exploit del Partito democratico guidato da Matteo Renzi nel 2014 e della Lega di Matteo Salvini nel 2019, le Europee 2024 hanno consolidato – come già evidente alle Politiche 2022 – il primato di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. INTWIG ha analizzato il voto su base comunale, per disegnare la nuova mappa politica del Paese. Il filo conduttore è quello di un forte “ricambio” tra i partiti, seppur con diversa intensità: nel 2014 il predominio del Pd era stato quasi totale nel Paese, mentre sia nel 2019 sia nel 2024 la competizione tra forze politiche ha presentato esiti più diversificati, soprattutto tra Centro-Sud e Isole.

La geografia del 2024

Osservando il responso delle urne per le Europee, Fratelli d’Italia risulta il partito più votato in 5.702 comuni italiani su 7.899: il 72,2% del totale, quasi tre comuni su quattro. I migliori risultati del partito di Giorgia Meloni si registrano in larga parte del Nord, nuova “roccaforte” di FdI, e nel Centro (tranne che nel “cuore” di Emilia-Romagna e Toscana), dove in passato già vantava il radicamento più profondo.
Il Partito democratico è invece la prima forza in 1.104 comuni d’Italia (il 14% del totale), conservando il proprio primato nei grandi capoluoghi e nella maggior parte delle località di Toscana ed Emilia-Romagna; anche un’ampia zona della Puglia vede imporsi il Pd (trascinato dell’elevatissimo numero di preferenze raccolte in quell’area da Antonio Decaro, sindaco uscente di Bari), così come diverse aree della Sardegna, regione andata al voto nei mesi scorsi con vittoria dell’alleanza giallorossa. Forza Italia riesce a ottenere la maggioranza relativa dei voti in 440 comuni (circa il 5,6% del totale), primeggiando nella quasi totalità della Sicilia. Tra le forze uscite più ridimensionate rispetto a cinque anni fa, si limita ora a limitate porzioni d’Italia il primato della Lega (218 comuni) e del Movimento 5 stelle (178 comuni). Alleanza Verdi e Sinistra, capace di superare ampiamente la soglia di sbarramento, è la lista più votata in 19 comuni italiani.
La fotografia è dunque quella di un Nord Italia in cui prevale quasi totalmente Fratelli d’Italia, con una “sostituzione” rispetto allo storico primato della Lega, mentre il Pd riesce a conservare il proprio consenso nei grandi centri urbani e nelle regioni del Centro di tradizionale leadership. La partita elettorale resta più aperta nel Centro-Sud e nelle Isole, dove si osserva una situazione più diversificata. Va ricordato come nelle elezioni europee abbiano un peso rilevante anche le preferenze: la presenza di candidati radicati sui territori può orientare il voto degli elettori verso uno specifico partito, contribuendo a spostare gli equilibri.

Il confronto con 2014 e 2019

Le Europee 2014 segnarono il boom del Partito democratico, a pochi mesi dall’insediamento di Matteo Renzi – allora leader dem – a Palazzo Chigi. In quella tornata elettorale, il Pd risultò la lista più votata in ben 7.637 comuni italiani su 7.926 (secondo l’allora suddivisione amministrativa del Paese), cioè in oltre il 96% dei comuni: un predominio pressoché uniforme nell’intero Paese, con minime eccezioni tra l’estremo Nord del Paese (dove la Lega riuscì a difendere alcune roccaforti), alcune aree del Centro-Sud (appannaggio di Forza Italia) e del Sud Sardegna (bacino più favorevole al Movimento 5 stelle). Più nel dettaglio, appunto, Forza Italia fu il primo partito in 88 comuni (poco più dell’1% dei comuni), il Movimento 5 stelle in 30 comuni, la Lega in 29 località.

Ben diverso lo scenario delle Europee 2019, contraddistinte dall’ascesa della Lega, all’epoca al governo del Paese in coalizione col Movimento 5 stelle: il partito di Matteo Salvini si affermò come lista più votata in 5.947 comuni, circa il 75% del totale (tre comuni su quattro). La geografia elettorale appariva comunque meno omogenea rispetto al 2014: il Pd mantenne un primato nel cuore dell’Emilia-Romagna e della Toscana e in alcune aree urbane, imponendosi come primo partito complessivamente in 537 comuni. Il Movimento 5 stelle risultò primo in 1.022 comuni, per lo più tra il Mezzogiorno e le isole, mentre Forza Italia ebbe la meglio in 207 località. Di contro, Fratelli d’Italia primeggiò in appena 49 comuni.

In cinque anni, dal 2019 al 2024, il consenso ha così imboccato traiettorie drasticamente diverse: Fratelli d’Italia passa appunto dal primeggiare in soli 49 comuni a conquistarne 5.702, mentre la Lega crolla da 5.947 a 218 comuni. L’emorragia di voti è drastica anche per il Movimento 5 stelle (da 1.022 a 178 comuni), mentre Partito democratico (da 537 a 1.014) e Forza Italia (da 207 a 440) sostanzialmente raddoppiano il numero di comuni conquistati.

Nota metodologica
I dati riferiti all’esito delle Europee 2024 – messi a disposizione da OnData in attesa di quelli ufficiali del ministero dell’Interno – risultano ancora mancanti di 78 sezioni elettorali (tutte della Circoscrizione Centro) su 63.905.

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